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I segni del tempo

Garesio Plissero Franca

ISBN 9788872414675
Anno di pubblicazione 2003
Volume di 395 pagine, formato 17 x 24, completo di 210 illustrazioni con immagini d’epoca

PREZZO:
€ 25.00
Descrizione

Cultura Contadina Astigiana - La Val Rilate

Scrive Alessandro Barbero nella prefazione a questo libro: “Una delle sfide che la storiografia dovrà affrontare nel prossimo futuro sarà quella di descrivere i diversi strati culturali, i diversi orizzonti antropologici che possono convivere all’interno di una stessa società, di una stessa epoca”. E aggiunge che, se per le epoche passate ciò è stato parzialmente fatto, “la sfida è ancora tutta da affrontare quando si tratta di studiare la società del Novecento”.

Non che il mondo contadino sia stato ignorato da storici e narratori, ma, dice ancora Berbero, “solo di recente, negli ultimi decenni, si è cominciato a guardare a quel mondo contadino con uno sguardo diverso, non più con la degnazione di chi osserva un’arretratezza inspiegabile e perfino vergognosa, ma con la pietas di chi vede scomparire un modo di vita ancestrale e un universo di saperi che si erano tramandati quasi immutati per secoli”.

È proprio questo l’assunto da cui muove l’autrice questa sua ponderosa ricerca (circa 400 pagine) sul mondo contadino, scegliendo a campione la Val Rilate, ovvero i comuni di Camerino, Casasco, Corsione, Cossombrato, Chiusano, Cortanze, Frinco, Cinaglio, Cortazzone, Montechiaro, Piea, Villa San Secondo, Soglio, Settime.

Ne viene uno spaccato di vita contadina, non ancora del tutto cancellata come ricordano molte delle testimonianze riportate nel volume, ma viva soltanto nella memoria dei più anziani o in certe tradizioni (particolarmente interessante quella della “péssera”, il pino silvestre piantato al centro del paese per festeggiare il passaggio alla maggiore età) di cui forse gli stessi che le perpetuano non hanno ben chiaro l’origine ed il senso profondo.

Il libro si suddivide in grandi capitoli, il primo dei quali è dedicato alla “corte”, il vero cuore di tutta l’esistenza del mondo contadino: grandi caseggiati a forma quadrata o rettangolare, abitati da più famiglie, il cui cortile (spesso con la “topia” di vite luglienga ed il pozzo comune) era il centro delle pubbliche relazioni, per gli adulti quanto per i bambini che qui giocavano con i loro poveri giocattoli, ma più spesso lavoravano, assolvendo le mansioni che una rigida divisione dei compiti assegnava loro.

Se la corte è la dimensione spaziale della vita contadina, quella temporale è scandita dai lavori campestri: la fienagione, la mietitura, l’allevamento dei bachi da seta, la vendemmia, la lavorazione della canapa; il tutto contrassegnato da riti antichissimi e ripetuti il più delle volte a livello inconscio.

Un tempo cronologico che è fortemente condizionato dal tempo atmosferico, in grado di determinare il futuro e di decretare tanto il benessere quanto la rovina economica della comunità

L’autrice indaga, in modo accurato e profondo, ogni aspetto di quella vita: i momenti tristi come quelli di festa, o perlomeno di svago: l’andare a Messa o al mercato, i matrimoni con i relativi banchetti, i balli alla festa del paese; ed il diversivo di veder passare gente “di fuori”: il merciaio, il pescivendolo, lo spazzacamino, l’impagliatore di sedie, l’arrotino, l’ombrellaio. E ancora le partite a pallone elastico, i coscritti, i “magnin” e le loro burle. Un mondo che non c’è più, ma di cui è bene non dimenticare gli aspetti positivi; e libri come questo ci danno un preziosissimo aiuto.

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